venerdì 1 giugno 2012

Tipi da 5.30


  •  Ore 4.30- Bucodiculoplace esterno notte. Renè sbuca dall'oscurità, sale in macchina con gli occhi chiusi e borbotta: "quando mi sveglio ricordami che ti devo dire una cosa". Io: "che cosa?" e lui: "la prossima volta che ti viene un'idea del genere sparati. E chiama qualcun altro".
  • Ore 5.00. Una manica di esaltati, in maglietta rossa in piazza Castello e nemmeno uno sbadiglio, come se ritrovarsi lì a quell'ora fosse la cosa più naturale del mondo. Pare che siano in milleduecento. Tra questi ci siamo anche noi. Renato suggerisce ad alta voce di andare tutti a dormire.
  • Ore 5.10. Ci cambiamo e ci mettiamo i pettorali. Breve corsetta di riscaldamento intorno al castello. Renè cerca un bar aperto in cui nascondersi o una panchina su cui sdraiarsi. 
  • Ore 5.25. Io spiego a Renè il tragitto. Si partirà da piazza Castello direzione via Roma e, attraverso un percorso antiorario si ritornerà in piazza Castello percorrendo via Garibaldi. Lui suggerisce di portarci comunque davanti, per evitare l'assembramento.
  • Ore 5.29. Strano, ancora nessuno che ci si affianchi.
  • Ore 5.30. Viene osservato un minuto di silenzio, ma, chissà perché, vicini più alla zona di arrivo che a quella di partenza.
  • Ore 5.30. Renato si gira verso destra. Intravede dei lampeggianti blu, là in direzione dell'arrivo e si domanda il perché. Io osservo che, forse, serviranno per chiudere la fila. Lui annuisce: tutto, a quest'ora del mattino in cui abitualmente dorme della grossa, gli sembra plausibile.
  • Ore 5.30. Laggiù in fondo, dalle parti dell'arrivo, qualcuno grida "PARTITI!!!" Scopriamo che avevo capito male, il percorso è al contrario di come avevo pensato. Renè non si scompone e mi dice, pensieroso: "in tanti anni di gare non mi era ancora capitato di partire per ultimo". Ci guardiamo, scoppiamo in una risata e andiamo all'inseguimento. C'è una calca che si deve fare attenzione, siamo veramente in tanti, belli allegri e via Garibaldi sembra troppo stretta. Qualcuno ci applaude. Qualcun altro si incazza perché vuole passare a tutti i costi e deve attendere qualche minuto. I paletti bassi che servono da dissuasori attentano ai gioielli di famiglia di più di un runner.
  • Ore 5.35. Renato fa uno scatto dei suoi e sparisce, alla faccia del voglio andare piano. Chiuderà in 20' scarsi, un tempo discreto, considerato che il primo chilometro l'ha corso in circa 6'.
  • Ore 5.36. La calca si dirada gli spazi permettono di allungare il passo. Qualcuno mi sorpassa, qualcun altro lo sorpasso io. In tutti i passaggi noto che non c'è stato uno, uno solo che abbia fatto il furbo ed abbia preso mezza scorciatoia. Non ho il walkman, non serve, sento il fiato ed i miei passi, i passi di molti come me. Tutto sommato non sarò un fulmine di guerra ma so correre, cinque chilometri abbondanti non mi impensieriscono. Osservo la mia città svegliarsi piano piano, i riflessi delle luci dei lampioni, le chiese dalle finestre come occhi scuri, le vie, i palazzi storici, i cortili dietro i pochi portoni aperti, a volte veri e propri scrigni che custodiscono tesori nascosti. Ripenso a come l'avevo descritta ieri, trovandomi pienamente d'accordo con il me del giorno precedente. Manca il sole, è una mattinata grigia ed umida. Le luci dei lampioni si spengono ed il chiarore dell'alba aumenta in fretta di intensità. Abbandoniamo dopo poco la pavimentazione a lastroni di via Garibaldi, poi passiamo di fianco ad edifici che conosco: gli uffici del Comune, che frequento abitualmente per lavoro, il Duomo poi, e giù verso i giardini Reali, la Mole ed in un attimo mi accorgo che mancheranno solo più un paio di chilometri e saremo già all'arrivo. Vorrei rallentare per farla durare ancora un pò, sento che sta per finire troppo in fretta. D'altro canto vorrei finire su via Roma accelerando, le gambe rispondono bene. Non ho mai corso così presto la mattina, è una bella sensazione. 
  • Ore 5.56. Dopo aver sentito gli incitamenti di Renè, che mi sprona negli ultimi metri, pigio il bottone sul Polar. 26'55"4, . Considerato il disastro del primo chilometro ho corso i 5' scarsi al km. Non mi lamento.
  • Ore 6.10 Ci gustiamo le ciliegie, buonissime. Ci rivestiamo e ci avviamo verso la macchina. Troviamo il primo bar aperto e ci premiamo con un cornetto appena sfornato.
  •  Ore 6.30. Un viaggio al contrario, la mattina presto, come mi è capitato poche volte. Il traffico non si è ancora svegliato del tutto. 
  • Ore 7.05. Sono a casa. Con un bacino sulla guancia sveglio la mia piccola che deve andare a scuola, oggi compito in classe di matematica. Lei si stiracchia, mi abbraccia e con la voce ancora impastata dal sonno mi dice: "ciao papone mio bello, hai vinto?"
Sicuramente sì.

P.S. Ore 8.39. In studio. La prima incazzatura seria della giornata ci ha provato, a levarmi il sorriso che ho dentro. E' riuscita a scalfirlo, ma solo per un minuto.