sabato 22 gennaio 2011

Caduta libera.


Non riesco a capacitarmi di cosa mi stia succedendo. Forse la colpa è delle ripetute che ho fatto lunedì (a momenti svenivo), se dipenda da quelle due o tre ore al massimo che dormo a notte, alle troppe grane in studio, ai pasti dimenticati, ai troppo lavori che non coincidono MAI con troppi soldi o ai miei troppi pensieri. Forse la risposta corretta è un mix di tutto quanto insieme. E guai a chi si azzarda a metterci quel "sarà anche l'età" che mi fa decisamente girare i cosiddetti.
Fatto sta che il battito cardiaco è risalito a livelli stellari e che le gambe di colpo han semplicemente smesso di andare. E tre giorni fa dopo il sesto km mi son fermato perchè non ne avevo veramente più, l'altro ieri più di 8 km a 5.30 di media non son riuscito a fare e ieri ho terminato finalmente i dieci km, ma in 58'22".
58'22"??? SEI MINUTI oltre il tempo di una settimana fa? Primo km a 5.20 e penultimo (stravolto) a 6.30"? Non andavo così piano nemmeno quando ho avuto dal mio luminare il benestare a ricominciare. E ho corso con la consapevolezza di stare correndo male, accompagnato da un senso di spossatezza che mi ha abbandonato mai.
Ed i nessuno dei miei allenamenti mi sono soffermato su quello che vedevo, quando invento le mie storie, così come mi capita sempre, sforzandomi invece di mettere ostinatamente un passo davanti all'altro.
Oggi però ho capito dov'era l'errore. E vi ho posto rimedio subito.
Mi sono imposto prendermi questo spazio solo mio e di divertirmi, di sognare, di giocare con me stesso, di correre leggero sulla vita, di fare il giocoliere  con i pensieri ed il fiato. E di smetter subito l'allenamento, non appena avessi smesso di divertirmi. Ho osservato la gente, i mucchi ordinati di foglie secche in attesa di una folata di vento che le faccia impazzire, i vecchi che giocano a bocce, i loro volti segnati dall'esperienza, i cani che corrono liberi, un bambino che impara ad andare in bici senza rotelle, chi legge il giornale e chi si bacia su una panchina che, per loro è in quell'istante il posto più bello del mondo, cosa che ho visto anche negli occhi del bambino della bici e del vecchio che ha imbroccato una bocciata bellissima. Ed ho cercato di vederlo anche in me. Non ci sono riuscito, ma quasi.
Il risultato? L'ultimo dei miei dieci km di oggi più veloce del primo di ieri :-) Dieci km da dire, alla fine "Ma come, già finiti?", ed una storia, (non proprio allegra, in realtà ma è venuta da sola così), che ho elaborato osservando e cercando di intrecciare tutti i sogni che ho attraversato, correndo oggi al parco.
Ed adesso ve la scrivo.

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