venerdì 30 luglio 2010

Ruvido

Sì, così mi sento ed è tutto così faticoso. Uffa.

Faticoso tutto, faticoso riprendere, faticoso sopportare, faticoso veder passare le cose senza quasi riuscire ad afferrarle.

Faticoso fare la faccia, la voce ed il sorriso di quello che gli va tutto bene. A stare in equilibrio ancora una volta sul quel maledetto filo, in bilico sulla ragione e sul tempo, sulla testa della gente con le loro idee stantìe che proprio non si arrischiano a volare.
Faticoso correre. Faticoso cercare di trovare quella maniera giusta di andare, che ti senti che corri e non che ti trascini come ti capita. Sembra che in questi mesi abbia dimenticato ogni cosa, la spinta delle gambe e delle braccia, il ritmo del respiro. Arranco, come in ogni cosa di me. E riprendere è difficile, i primi giorni saranno anche quelli peggiori, quelli che chi comincia per la prima volta, spinto dai tuoi racconti entusiasti, ti guarda stranito e poi, di solito smette. E tu lo sai che sarà diverso, dopo la svolta, che il panorama cambierà dietro l'angolo, che troverai nuvole e stimoli e sogni e parole ma intanto quel maledetto angolo è ancora così lontano ed è al culmine di una strada tutta in salita.
Faticoso tenere un contegno ed un contatto con la mia piccola nella più brutta vacanza della sua vita e della mia, un filo di ragnatela d'argento che non le aggiunga malinconia. Mi dicono tutti pazienta, anche la consorte mi blandisce e mi trattiene, ma dai, è per il suo bene, cosa prendi e vai, aspetta, che adesso c'è l'esodo e ti fai ottocento chilometri per niente in mezzo alla buriana, perchè è normale, perchè deve crescere e le fa bene, le dà forza e tanto venerdì prossimo poi torna.
Ma non avete capito niente, cos'è che le fa bene nello star lontana da chi la ama, perchè io lo so, io la so, quando sento che al telefono ha la voce di terra che mi dice solo boh, che si sforza a non piangere, ma è come se lo facesse e nel suono delle parole sospese sento solo che vuol dirmi dai, vieni a prendermi Totson, che non riesco ancora a divertirmi senza di voi, non sono abituata alla vostra assenza che non capisco più dove siete e se ci siete, fa male non ricevere neanche una carezza io che sono abituata a riceverne cento e mille, mi manchi e sento che ti manco, mi manca prepararti lo scherzo ogni mattina allo spazzolino da denti ed a te fa male, ogni mattina, non trovarlo, quello scherzo.  Ed è così faticoso dare ascolto a tutte queste voci contrarie, che ti dicono che non è così che si allevano i figli e a dargliela vinta si sbaglia e poi vedrai quando sarà più grande. Ma al momento è tutto tranne che grande e domani forse, ci penserò, ma adesso darei voce solo al cuore, e se gli dessi ascolto e spazio e chiavi della macchina starei a guardare il mare in questo momento, seduto su di un muretto di pietra, ruvido, come me, che mi restituisce il calore del giorno, e nella mia mano stringerei un'altra mano ed un altro calore che sa di sorriso.

Faticoso anche cercare una maniera diversa e forse meno mia essere così come sono e di conseguenza di scrivere, meno sbagliata, confusa e contorta, più fluida e lineare. Mi sforzo, ci provo, ma alla fine vedi che proprio non ci riesco.

6 commenti:

  1. ...non sò se sia un commento...un mio dubbio...una mia affermazione....ma...
    riferito al post precedente e a questo...
    "ogniuno di Noi...sente il "battere" del proprio cuore".
    ...non sò se centri...ma mi è venuta in mente questa frase.
    ciao Vania

    p.s...niente ruvido...artigianale.:)

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  2. @ Vania: c'entra sempre, il battere del cuore.
    Ruvido, ruvido, te l'assicuro.
    Ciao!

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  3. Io sono stata ruvida per tanto tempo e anche sasso. Ma poi passa. A volte ritorna, ma siamo tante cose...
    È, comunque, bello saperlo.
    Ciao :)

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  4. @morena: è vero. Siamo così tante cose, ed una sola, o addirittura nessuna, a volte.
    Ma è bello, sì. Comunque.
    Grazie.

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  5. Caro D&R, come sai sto leggendo i tuoi post a ritroso, quindi non so quando come e perché tua figlia è andata in vacanza da sola.

    Oramai è andata e tornata da un anno ma, giusto 'pour parler", ti voglio dire che io a queste teorie del distacco forzato che fa bene non ci credo per niente. Io da ragazzina fui mandata in vacanza lontano dai miei forzatamente e, con tutto che mi mandarono con mia sorella, soffrii la cosa terribilmente.

    Mia figlia andò in vacanza per la prima volta da sola quando lei fu d'accordo, nei termini concordati, e chiaramente con cellulare fornito all'uopo: stette benissimo, e veramente segno un bel passo nel percorso della sua indipendenza. In fondo aveva appena 11 anni, mandarla prima sarebbe stato bruciare i tempi, e a che pro?

    Io mia figlia me la sono tenuta sempre stretta, e non si può dire che non sia autonoma, indipendente, autosufficiente e capace di sbrigarsela nella varie situazioni.

    Tempo al tempo, io personalmente non mi sento che devo fare a gara con nessuno, né dar retta ai luminari del... piffero (vorrei vedere la loro di famiglia! )

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  6. @Diemme: Beh, vedi, io penso che quando le cose devono andar male ci vanno e basta. E' stata lei a chiederlo all'inizio, anche perché due sue amiche ci erano andate l'anno precedente ed erano state magnificamente.
    Invece l'anno scorso il viaggio è stato un vero disastro, appena arrivata l'hanno separata dalle uniche due bambine che conosceva, l'han sistemata in camera con altre più grandi ed indipendenti che non l'hanno aiutata. l'Albergo era una catapecchia ed ha piovuto quasi per tutto il tempo. Adesso, anche se si torna sul discorso per caso, lei esclama "mai più".
    Ma hai ragione, tempo al tempo, che comunque passa troppo veloce.

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