sabato 3 luglio 2010

Una lunga storia d'amore [prima parte]


E tua moglie come sta? - Ti ho chiesto.
Mia moglie è sempre bellissima, e sta bene. Ed è troppo magra.
Mi hai risposto così, in quell'ordine esatto.
Subito dopo ho indovinato il tuo sorriso. E mi ha contagiato, perchè non ho potuto fare a meno di sorridere anch'io.
Beh, sappi che, in quell'istante preciso ti ho invidiato.
L'amore è sempre bello. Bello da vedere, da sentire, da farsi contagiare.
Il vostro di più.
E hai ragione, tua moglie è veramente bellissima. Che cosa invece ci abbia trovato lei in te è il cruccio che mi assilla da diverso tempo. Sospetto tu l'abbia drogata o che abbia passato parte della propria infanzia chiusa in una buia cella d'isolamento; altrimenti fatico a trovare ragionevoli  spiegazioni.

Tema: Loro due.

Svolgimento:
Loro due, che una volta si chiamavano lui Francesco e lei Irene, da quando si sono incontrati, per me sono diventati FrancescoeIrene tutt'attaccato, perchè non si pronunciano più separati da tempo immemore, "ho sentito FrancescoeIrene oggi", riferisco la sera alla consorte, oppure "perchè non andiamo a trovare "FrancescoeIrene per il finesettimana?".
Detto piano piano, tra me e voi che non li conoscete, ho un debole per questi due, anzi, li adoro proprio. Mi onorano da tempo della loro sincera amicizia e sono per me, come già ho scritto una volta, la più bella storia d'amore che conosca.
Già, perchè FrancescoeIrene non sono una coppia qualsiasi, di quelli che magari vedi sempre attaccati e bacinibacinibacini, no, niente di tutto ciò. C'è qualcosa nel loro viversi insieme, matti e felicissimi, nelle loro indipendenze che legano, nel sorriso musicale che intreccia sempre i loro sguardi che in qualche maniera ha reso migliore anche me. 
Speciali? sì, assolutamente e, se ve lo dico io che sono uno spirito fortemente critico ad estrazione plantigrada, leggermente asociale e simpatico spesso come un cucchiaino di merda a digiuno, non potete non credermi. 
Comunque, a supporto di quanto testè asserito, vado "sinteticamente", com'è mio solito costume, a raccontarne un pò, di cosette di questi due qua. Così, perchè ce ne ho voglia adesso, anzi a onor der vero questa voglia mi frulla in testa già da un pò.
Pronti? Dai, che vado ad incominciare.

Capitolo 1: La parte di FrancescoeIrene che è Lui
Lui, il Francesco, che ha un soprannome che solo io e l'altro possiamo usare e che non diremo mai a nessuno nemmeno sotto tortura, la prima volta che i nostri destini si sono incrociati l'ho considerato leggermente meno dell'unghia del mignolo e lui (me l'ha raccontato poi) ha subito pensato: "ma guarda questo quant'è stronzo". 
No, Signori della corte, nell'arringa della mia difesa inserisco, come attenuanti generiche, la ricerca della sopravvivenza dei giorni insulsi del CAR e la lontananza da casa. Però, se devo dirla tutta, in quell'occasione ci aveva preso in pieno.
E a distanza di tutti questi anni, di insultarmi questo bel tomo non ha mica ancora perso l'abitudine, sapete? Infatti anche nell'ultima telefonata mi ha apostrofato usando con enfasi lo stesso epiteto di allora almeno una decina di volte (chissà, forse intendeva festeggiare la ricorrenza del primo insulto), perfino scandendo bene le sillabe.
Ma lui può. C'ha il pass per gli insulti, lui. Ed in fondo non mi offende mica, certo che. Anzi, presumo che, tutto sommato, una sorta di ragione ce l'abbia pure.

Aria vagamente da menestrello, ha alle spalle anni di Conservatorio e sa suonare la chitarra in maniera impeccabile, ma per contro non ti sa fare neanche un giro di Do senza lo spartito, di conseguenza nell'attività di rimorchio al mare sulla spiaggia davanti ad un falò è perfettamente inutile che ti ci allei. E' una delle poche persone di cui ascolto i giudizi, (quasi) sempre. Abbiamo numerosi punti in comune ed in altrettanti siamo diametralmente all'opposto. Due caratteri diversi e due bastian còntrari (lui moolto più di me, pensiamo l'uno dell'altro) come pochi se ne trovano. Bruno io, biondo lui, io ingegnere e lui architetto. Adoriamo la montagna, il mangiar bene ed il bere altrettanto - Sua è la mitica frase dell'ultimo giorno alla Direzione Genio di Udine (ragazzi, quello che una persona beve in una vita normale noi ce lo siamo bruciati in meno di dieci mesi, ora si deve cambiar registro). In quel periodo abbiamo girato in lungo ed in largo il Frìuli ed il Veneto, bevendo grappe sul ponte di Bassano e discutendo animatamente sulla pronuncia della parola giòstra, gustando prosciutti di Sauris e frico fumanti. Siamo saliti su montagne splendide ed abbiamo iniziato il Mondo, allora ancora uomo di pianura e dichiaratamente astemio, alle gioie della montagna e della grappa ai mirtilli.
Dolomiti e rifugi, con qualche puntata all'estero, (anche se nel periodo del militare non si sarebbe potuto), con una leggerezza ed una serenità che fa piacere anche solo ricordarle.

E' fin troppo facile, quando ti trovi improvvisamente solo, lontano da casa, dagli affetti e da tutte le  sicurezze che ti sei pazientemente costruito, trovare momentaneo conforto in chi condivide le stesse mancanze: ed è altrettanto facile perderlo, quel feeling, quella confidenza, una volta che tutto è rientrato, che sei ritornato nella tua sfera di normalità. E' normale che succeda, così come è poi realmente successo con diversi di quel gruppo effervescente di allora.
Ma con lui questo non è successo. Il valore aggiunto che ha donato alla mia vita non si è smorzato, a causa della lontananza, della quotidianità, del non frequentarsi. E' migliorato, anzi si è arricchito, con il tempo, aggiungendo note nuove, profonde e preziose.
Anche perchè, poi lui ha incontrato Lei

Capitolo 2: La parte di FrancescoeIrene che è Lei.

Lei, l'Irene, si fa prima a dire che è uno splendore e basta. Una di quelle che noti quando passa perchè non puoi non farlo, che ti incanta con quello sguardo d'inchiostro che ti vede per come sei, non per come vorresti apparire.
Bella, di una bellezza che senti, che anche se la cospargi di pece e la butti in un barile di piume (comunque si potrebbe provare...) ne esce bella comunque.

Musicista nell'anima e nella vita e leggermente matta come sono un pò tutti i musicisti che conosco, ma, solare, tenace, fresca.
E' una di quelle che quando la vedi per la prima volta di fianco al tuo amico capisci che sì, si sono ritrovati e che si appartengono, da sempre e per sempre. Non è fortuna, no, è più semplicemente il completamento di un disegno, di un percorso che  che qualcuno nel tempo aveva già tracciato.
E ti viene quell'affetto da papà orso che se anche solo provate a guardarla di storto, beh, avrete a che fare con me.

E così eccoli qua, ve li presento. FrancescoeIrene.

E a voi FrancescoeIrene, vi presento i miei lettori del blog, Piacere.

Qualcuno magari mi dirà ma che ci hai visto in questa storia di così speciale da andare a raccontarlo in giro, sì, vabbè, carini, ma di gente così ne conosco a dozzine anch'io, se permetti. 
Eh no, cari miei. Mica permetto, perchè mica è finita qui. Anzi, è proprio adesso che comincia il bello.
Perchè, come nelle più blasonate storie d'amore dei film, dove non può andar tutto bene se no che gusto c'è e poi il pubblico si annoia, a un certo punto, colpo di scena ed irrompe sulla scena un personaggio: il cattivo.

E, vi assicuro, se non è cattivo questo.....
[continua......]

2 commenti:

  1. ...allora...spero tanto che il finale sia a lieto fine...
    sai...per crescere...bisogna conoscere anche i lupi.
    ...le favole...non sono mai scritte a caso...siamo Noi...adesso ...in questa epoca storica che edulcoriamo tutto...ma la vita è fatta di gioie e dolori.
    ciao Vania

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  2. @Vania: Il finale è a lieto fine, l'ho appena postato Ciao!

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